Sin dalla fine del XIX secolo si inizia a pensare ad un collegamento ferroviario complementare a quello
dei Giovi ed alternativo a quello della Scoffera, che colleghi il porto di Genova con l’Emilia.
Innumerevoli sono i progetti e le idee presentate ma all’inizio del 1900 il dibattito è tra un
collegamento Genova - Piacenza e uno Genova - Borgotaro.
Si tratta, comunque, di linee veloci pensate per le comunicazioni a lunga distanza.
In questo scenario, però, s’inserisce la Società Anonima Ferrovie Elettriche Liguri che si
pone l’obiettivo di realizzare una rete complementare a scartamento ridotto per servire
tutti i centri abitati e portare sviluppo economico nelle zone dell’entroterra. La Genova -
Casella è solo il primo elemento di questa rete e il suo scopo è quello di meglio collegare
le località di villeggiatura dell’entroterra genovese.
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I lavori relativi alle opere civili sono affidati al Consorzio Cooperative Liguri di
Produzione e Lavoro tra Combattenti. L’esecuzione si rivela complessa: lato Genova viene
installata una teleferica di 1200 m di lunghezza per trasportare dalla Valle del Bisagno
sino a 450 m di altezza i materiali da costruzione, da qui distribuiti mediante scivoli
guidati (due funi portanti ed una traente) ai vari cantieri. Frantumatrici elettriche ed a
benzina sono impiegate per produrre sul posto la sabbia per il cemento. |
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La dotazione originale prevede 3 locomotori Breda (dotati di recupero dell’energia in
frenata, un sistema sperimentale) e 7 carrozze: il parco mezzi si rivela insufficiente sin
da subito e già nel 1930 vengono acquistate 4 carrozze tranviarie ex-ATM Milano, delle quali
però solo 2 entrano in servizio: si possono avere in questo modo 3 composizioni omogenee da
3 carrozze e locomotiva ciascuna. |
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Durante i primi anni di esercizio numerosi gestori si susseguono: a fronte di entrate più o
meno costanti che garantirebbero una certa stabilità economica, pesa la forte situazione
debitoria verso la Breda e la Banca Nazionale del Lavoro. Nel 1937 un gravissimo incidente
mette fuori uso due locomotori e l’esercizio si complica, necessitando l’impiego regolare
anche delle due locomotive a vapore mantenute come scorta. La situazione economica si
stabilizza soltanto verso la fine degli anni ’30 con il passaggio sotto il controllo delle
Autolinee Lazzi. |
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Nella seconda metà degli anni ’30 entrano in servizio 3 tram provenienti da Montebelluna (Veneto) che permettono di regolarizzare l’esercizio elettrico. La II Guerra Mondiale, che ovunque semina terrore e devastazione, porta invece la FGC a conoscere il suo picco storico di utilizzo, a causa dell’enorme traffico di sfollati da Genova verso l’entroterra. Nel 1942 rientra in servizio uno dei locomotori danneggiati nell’incidente del ’37, ricostruito come elettromotrice con posti a sedere. |
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Dopo il suo incessante utilizzo, l’infrastruttura ed i mezzi sono fortemente deteriorati: il
17/5/1949 il Ministero decreta la sospensione dell’esercizio perché mancano le condizioni di
sicurezza. Il concessionario non è in grado di provvedere agli interventi necessari e la
linea passa in Gestione Commissariale Governativa. |
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Neppure negli anni ’70 la linea conosce la pace: la tristemente famosa alluvione del 1970
produrrà ingenti danni, ripristinati solo nella primavera del 1971, mentre nel 1974, dopo un
tragico deragliamento dovuto al degrado dell’armamento, viene posta sotto sequestro dalla
Magistratura. Riaprirà dopo qualche mese con l’avvio dei lavori di rinnovo, peraltro già
programmati. |
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Dopo questi eventi, nel 1975, alcuni “visionari” cominciano ad ipotizzare un uso anche
turistico della Ferrovia. S’inizia col proporre un treno storico ed a fondare la prima
Associazione di appassionati che si prenderà cura della Ferrovia. |
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La legge Bassanini del 1997 trasferisce, previa una fase transitoria di affidamento alle FS,
la competenza e la proprietà della FGC alla Regione Liguria. Dal 2002 al 2010 la FGC è
gestita da una SRL a controllo regionale mentre dal 2010, a seguito di gara pubblica, la
gestione della FGC passa ad AMT. Negli ultimi anni, da parte della Regione Liguria vengono
avviati importanti investimenti (alcuni ancora in corso), fra cui si ricordano il rinnovo di
gran parte dell’armamento, il restauro di materiale rotabile storico, il rifacimento della
sottostazione elettrica di Vicomorasso e vari interventi di consolidamento della sede,
manutenzione straordinaria e restauro dei fabbricati. |
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Sono anni anche difficili, perché la linea viene colpita dalle tragiche alluvioni del 2011 e
del 2014 e perché alcuni problemi negli appalti per il rinnovo dei ponti metallici di
Fontanassa e Crocetta determinano un prolungato periodo di sospensione dal servizio. |
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L’accoglienza della popolazione locale è decisamente entusiasta e, complici anche una
campagna pubblicitaria mirata e l’ottenimento di alcuni importanti riconoscimenti, la
ferrovia è letteralmente presa d’assalto da gitanti e turisti, arrivando a trasportare in
soli quattro mesi il 60% del traffico annuo del suo ultimo anno di esercizio, il 2012. |
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Nel corso del 2018 è rientrata in servizio la storica elettromotrice A2 del 1929 proveniente
dalla Ferrovia della Val di Fiemme: il mezzo ha subito un lungo restauro che ne ha
ripristinato l’aspetto originale esterno (forma originale dei finestrini, modanature
esterne, riapertura vano bagagli, ecc.) ed interno (sedili di velluto in I classe e di legno
in II, parti interne in legno, ecc.) e revisionato le parti funzionali, mantenendo anche qui
le caratteristiche d’origine come l’originale controller a camme, azionato da un
particolarissimo timone di foggia navale, ed il caratteristico freno a vuoto Hardy, ma
installando anche moderni apparati di sicurezza (apparato di vigilanza sulla condotta del
macchinista). |
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Il processo di rinnovo non si ferma però qui: sono tuttora in corso sia restauri di rotabili storici, sia interventi all’infrastruttura, e se tornerete a visitarla tra qualche tempo ne potrete apprezzare i benefici.
Andrea Martinelli